giovedì 16 maggio 2013

Storie perdute #1: Il Vero Volto di Paperino

Oggi sarete testimoni di un grande evento. Un evento addirittura più grande del crollo del muro di Berlino e dell'uscita di Topolino 3000: l'apertura di una nuova rubrica.
Che aprire una nuova rubrica è sempre una pena, diciamolo. Non sai mai come la gente l'accoglierà. Ma io gioco d'anticipo, e sono sicuro che "storie perdute" non se la inculerà mai nessuno, quindi ecco che evito delusioni e (cosa più importante) pene. If you know what I m... ma stiamo divagando.
"Storie perdute" tratterà di storie misconosciute, mai o pocopocopoco ristampate, ma che mi hanno colpito, nel bene e nel male (insomma, che mi hanno accarezzato lievemente o tirato una slèppa - la cui onomatopea è proprio SLÈPP - da lasciarmi una cinquina tatuata sulla guancia destra, la più sensibile).


Una rubrica che tratta di storie di cui non gliene frega niente a nessuno promette già bene di suo, aggiungeteci che parlerò solo di opere Disney e... BAM! Ecco servite le tre visualizzazioni  totali (la mia, quella di Penny cane grasso, la tua). 

c'è da dire però che magari qualcuna di queste storie potrà essere ripresa in uno dei miei video, per affrontare una determinata tematica. Tu sarai il privilegiato CHEGGIÀLOSAPEVA

Tu in questo momento.

Ma ho già cianciato troppo.Quindi, esclusivamente per te e Penny, cane grasso, iniziamo a parlare di questo benedetto Vero Volto di Paperino.

Pubblicata su Topolino 2807 e MAI PIÙ ristampata (serviva qualcosa di veramente sconosciuto per inaugurare la rubrica! Eh! Eh!), questa storia breve di Secchi (testi) e Faccini (disegni) mi ha colpito davvero molto. La trama vede Paperino non riconoscersi in una sua foto riuscita particolarmente male, mentre il parentado intero asserisce che quella fotografia sia venuta benissimo e che ritragga proprio la vera essenza del povero papero. Persino le amiche di Paperina ne rimangono a dir poco affascinate.


Anche la tua foto della patente è così, ammettilo

Paperino non si riconosce in quella foto e crede che non gli renda giustizia; così, proverà a scattarsene qualcuna da solo, in modo da catturare la sua espressione migliore e da distribuirle ai parenti, ma fallirà miseramente. Lo spoiler seguente LEGGILOH! Sennò l'analisi successiva non la comprendi. Eh.

SPOILER!! PEPPEREPPEPÈ! 

Nel finale, invitato con la sua dolce metà a una cena di gala, deciderà di apparire in pubblico assumendo la stessa espressione della terribile foto, ma tutti rimarranno basiti e offesi, chiedendogli se pensa di essere simpatico assumendo "quell'espressione beota". Paperino, allibito, tira fuori la fotografia, dicendo di essere uguale al se stesso lì ritratto ma, sorpresa delle sorprese, l'espressione ebete della foto nefasta è mutata in un profilo fotogenico!

Fine dello Spoiler.
Mi ha colpito perché, oltre a ritenere i disegni di Faccini a dir poco perfetti per un soggetto così surreale, quasi onirico, ci ho visto molta ideologia pirandelliana


inizia il momento culturale e serio, godetevelo con questo sottofondo. (https://www.youtube.com/watch?v=9LHk2GDs-0U)

Forse (togli pure il forse, Penny o unico lettore umano che tu sia) sono io che mi faccio delle grandissime seghe mentali (e magari Secchi ha voluto solo scrivere una cosa simpatica), ma a me ha ricordato parecchio "Uno, Nessuno e Centomila". Paperino non si riconosce nella foto, la sua "maschera", mentre tutti sono convinti che quella "maschera" sia la sua vera essenza. 

Due legnate sulle gengive e vedi come cambia idea

Quando Paperino decide di mettersi un'altra maschera per conformarsi con quello che tutti dicono di vedere, ecco che sono gli altri a non riconoscerlo più. Ogni sforzo è stato vano, perché tanto ogni persona verrà vista in maniera differente dalle altre. La propria identità, la propria essenza, viene percepita in maniera differente da terze parti, che avranno una considerazione di volta in volta diversa del medesimo soggetto di partenza. L'uomo (o il papero) è quindi uno, nessuno e centomila. 
Ecco, m'è piaciuta.

6 commenti:

  1. Analisi davvero ben fatta, di una storia che bene, perché ai tempi l'avevo letta e apprezzata molto.
    complimenti come sempre, e molto bella l'idea della rubrica.

    sarà ma questa cosa dei lettori mi ha ricordato i Promessi Sposi, anche il caro Manzoni era solito definire il numero dei suoi lettori, e questa cosa tra l'altro è stata ripresa nei promessi topi. ma sto divagando, complimenti ancora.

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    1. Grazie! Ovviamente non posso analizzare in modo totalmente serio le cose (altrimenti su internet non vieni letto), ma cerco comunque di fare del mio meglio per coniugare serietà e ludicità (leggasi "cazzonaggine").
      Sì, effettivamente anche io ho pensato al caro Manzoni :D Grazie ancora! :)

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  2. Accidenti! Lessi questa storia anni fa nel topolino e ne fui colpito.
    Ho provato ha cercarla tra i vecchi topolino, ma invano.
    Grazie mille per avermela fatta riscoprire! =)

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    1. Grazie a te per aver dedicato parte del tuo tempo a leggere l'articolo! :)

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  3. Bella analisi (da leggere davvero sull'aria sulla quarta corda di Giovanni Sebastiano), ora però dovrò andare a cercare questo numero del Topo perchè DEVO assolutamente leggerla! :)

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