lunedì 16 dicembre 2013

Il "Triangolo delle Bermuda da Libreria"

Perché lo so che anche voi, tutti voi che state leggendo - e che assai presumibilmente possedete dei fumetti stipati in una capiente libreria, altrimenti che ci state a fare qua?, andate su un blog che tratti di Uomini e Donne o di outfitZ alla moda, dico io - siete costretti dal fato a fronteggiare, più o meno periodicamente, il terribile problema del "triangolo delle bermuda da libreria". 
Di cosa si tratta?
È semplice.

sabato 28 settembre 2013

Storie Perdute #4 - Paperino e il supertraining da concorso

Se siete degli studenti o dei veterani dei colloqui di lavoro, allora lo sapete. Dovete saperlo.
Quando nella nostra vita si presenta un esame - o, più in generale, una prova da superare - noi si fa il chiusone (NdT: dicasi chiusone lo "studio matto e disperatissimo" prima del compito). Che sì, non è salutare; che sì, poi fai l'esame e tempo due microsecondi non ti ricordi più una beata ciolla di ciò che fino a poco prima sapevi a menadito; che sì, nel periodo del chiusone ti crescono capelli, barba, peli, muschio lungo tutto il corpo e poi ti presenti al compito come uno degli ZZ Top (magari vestito meglio, questo sì), ma, in fin dei conti, funziona. Per quanto mi riguarda, ha sempre funzionato.



Eh, magari non si arriva a questi livelli.

domenica 21 luglio 2013

KforKaos riceve il LIEBSTER AWARD!

Ci sono giorni che non sono giorni.
Ci sono premi che non sono premi.
Ci sono giorni che non sono giorni in cui si ha la fortuna di ricevere premi che non sono premi.

Qualche settimana fa (ma diciamo pure più di un mese fa!) il carissimo Simone di Ju Caffè mi informò che avevo ottenuto il "Liebster Award" da parte sua, che non è altro che un premio... che non è un premio, come dicevo qualche riga più sopra. È un attestato di stima, diciamo così, atto a dire "sì, tu per me vali, mò rispondi a qualche domanda però". Le parole che mi rivolge sono esattamente quelle che speravo di ricevere, prima o poi, quando partorii il canale un anno e una manciata di mesi fa.

Sono parecchio onorato di aver ricevuto un tale riconoscimento da una persona che stimo a mia volta e che cura un blog che seguo sempre con piacere, in cui si parla, essenzialmente, degli stessi fumetti che anch'io amo. 
ANDATECIH
Questo articolo è pubblicato in ritardo di qualche settimana, ma lo sapete, qui le cose si fanno a muzzo, che è più bello.
Di seguito, il documento che mi ha inviato, copiato integralmente.

mercoledì 26 giugno 2013

"TuttoBarks": presentazione, sondaggio, proposte

Con questo post intendo presentare un nuovo progetto che partirà da (credo) settembre.
No, non ha un nome.
Lo chiamerò "Progetto B.", per ora.
Come dite? Sembra troppo 'na roba sconcia del Berlusconi?
Avete ragione.
Chiamiamolo  "Progetto C.B.", allora.

NO, NON ME NE FREGA UN CAZZO SE COSì SEMBRA "CARO BERLUSCONI"! TROVATE UN ALTRO TERMINE CON LA "C" DA ACCOSTARE AL SUO NOME, SE CI TENETE!
Andiamo avanti che le cose da dire sono tante, va là. Sempre a farmi perdere tempo e pazienza. Diavoli di lettori che siete.


martedì 21 maggio 2013

Storie perdute #3: Topolino e la Villa dei Misteri

Terzo appuntamento con storie perdute, la rubrica che non vanta alcun tentativo d'imitazione (ma che si vanta di non potersene vantare, questo sì).
Tre è il numero perfetto.
In questo caso, no. L'imperfezione è il leitmotiv di questa rubrica, che può sembrare sia scritta da un primate... o da un Muk.
Come? Perché proprio da un Muk?
E perché no, di grazia?

Ecco, hai fatto incazzare l'autore del blog. Mai dubitare delle capacità di scrittura di un Muk
Ad ogni modo, stavolta tratteremo di qualcosa di... poco sconosciuto, ecco. Forse di poco reperibile, ma recentemente ristampato: Topolino e la villa dei misteri (clicca per scoprire tutte le edizioni della storia!), di Silvano Mezzavilla (testi) e Giorgio Cavazzano (disegni).
Topolino e la villa dei misteri è una storia molto, forse troppo particolare; una di quelle cose che o si amano o si odiano, e non c'è la via di mezzo.
Un po' come la pasta coi ceci che fa tua zia.

venerdì 17 maggio 2013

Storie perdute #2: Topolino Allo Specchio

Eccoci arrivati al secondo appuntamento di storie perdute (cos'è?), la rubrica che vanta di essere la meno seguita del web (e che conta di rimanerlo per i prossimi cento anni).
Nel primo episodio, c'eravamo STRUTTI (perché è questo il participio passato di STRUGGERE, vero?) con Il Vero Volto di Paperino; ora, per par condicio (che, lo si fa coi politici e poi non lo si deve fare coi personaggi Disney, gente decisamente più affidabile? Ma che stamo a scherzà?) ci struggeremo con una storia dell'Orecchiuto: Topolino Allo Specchio, storia di ampio respiro (35 tavole), realizzata da un Corrado Mastantuono autore completo.

Stavolta ho scelto di parlare di una storia non proprio sconosciuterrima, che già col Volto di Paperino m'è arrivato un pacco di missive-bomba a casa... il mio postino (un ficcanaso pazzesco) è pure saltato in aria di fronte al mio uscio! Cose che succedono, ma aveste visto che bei fuochi d'artificio che son venuti fuori, con quell'elegante tonalità di rosso pompeiano!
Ma, come sempre, stiamo divagando. Qui trovate tutte le edizioni (due italiane e, per gli amanti delle lingue semplici, pure due greche, una finlandese e una tedesca) della storia.

Qui sotto vi pubblico la prima tavola, la cui quadrupla introduttiva è degna dei titoli di testa di un film di Hitchcock:

giovedì 16 maggio 2013

Storie perdute #1: Il Vero Volto di Paperino

Oggi sarete testimoni di un grande evento. Un evento addirittura più grande del crollo del muro di Berlino e dell'uscita di Topolino 3000: l'apertura di una nuova rubrica.
Che aprire una nuova rubrica è sempre una pena, diciamolo. Non sai mai come la gente l'accoglierà. Ma io gioco d'anticipo, e sono sicuro che "storie perdute" non se la inculerà mai nessuno, quindi ecco che evito delusioni e (cosa più importante) pene. If you know what I m... ma stiamo divagando.
"Storie perdute" tratterà di storie misconosciute, mai o pocopocopoco ristampate, ma che mi hanno colpito, nel bene e nel male (insomma, che mi hanno accarezzato lievemente o tirato una slèppa - la cui onomatopea è proprio SLÈPP - da lasciarmi una cinquina tatuata sulla guancia destra, la più sensibile).

mercoledì 15 maggio 2013

Quacklight - Vampiri fascinosi a Paperopoli. Una parodia irrispettosa


So che starete già scappando in preda al pan... ehi, dove state andando?!? Io scherzavo, era solo per fare un'intro figa! Tornate qui!
Quacklight.... Twilight. Perché dal titolo potrebbe sembrare, effettivamente, che la redazione di Topolino possa aver avuto la poco brillante (e molto opaca) idea di realizzare una parodia dell'orribile, melensa e involontariamente comica Epopea dei Vampiri Sbrilluccicosi e (diciamolo) Anche Un Po' Effemminati. 
Ma come? Quella stessa redazione di Topolino che poi mi commissiona un Dracula a Enna e Celoni? Quelle stesse persone che accordano ad Artibani di far tornare Cuordipietra Famedoro o che accettano di buon grado collaborazioni dal gusto gottfredsoniano tra Casty e Faccini? Che abbiano sviluppato un bipolarismo dai risvolti parecchio inquietanti?
No, infatti. Niente di tutto questo.
Quacklight è il gioiellino che non ti aspetti. Quacklight è una di quelle parodie (probabilmente L'UNICA, in ambito Disney) che non hanno rispetto dell'opera originale. Perché sì, solitamente le Grandi Parodie si limitano a riscrivere l'opera originale, ma senza prenderla palesemente per il culo e serbando anzi quasi un (dovuto, eh) timore reverenziale; nella capostipite del genere (se non sai quale sia VAI A STUDIAREH)

(vabbè non resisto, devo fare il saputello. È l'Inferno di Topolino gnegnegne)

i due autori, Martina e Bioletto, si inserivano addirittura nella stessa, con un interessante gioco METAMETAnarrativo (praticamente UNQUARTOnarrativo) nel quale si ritraevano mentre venivano puniti da Dante per aver osato parodiare il suo capolavoro. Un'opera che non si limita a riflettere sui propri meccanismi (metanarrazione), ma che inserisce nella stessa anche chi quei meccanismi li ha applicati (unquartonarrazione)
Esempio di unquartonarrazione



giovedì 18 aprile 2013

Di notte, un cigno


Il sole era appena tramontato, quando l’uomo entrò nel parco.
Esercitava la professione di scrittore ormai da qualche anno, ma da tempo non lo coglieva un’ispirazione che fosse davvero degna di questo nome, una di quelle idee talmente buone che pervadono l’animo e stregano la mente, una di quelle trovate così valide che se ti scuotono nel cuore della notte, mentre stai dormendo, non puoi aspettare l’indomani per segnartele sul taccuino.
Ciò rappresentava un serio problema per lui, che per vivere doveva farsi venire spunti esaltanti in continuazione. Se ne disperava, si struggeva, stava alzato fino a tarda notte sperando che qualche buona idea lo afferrasse; ma tutto ciò che ne rimediava era il cestino puntualmente zeppo di carta straccia. Nemmeno la pioggia con la sua musicalità poetica, neppure l’atmosfera notturna colma di fascino e silenzio e neanche tutt’e due le cose insieme riuscivano a fornirgli qualche spunto che fosse vagamente degno di nota.
Da giorni vagava per i dintorni del suo paesello in cerca di un luogo particolarmente suggestivo da ispirarne la penna, senza ottenere, però, i risultati sperati. Tutti gli sembravano banali, già visti, monotoni, incapaci di risvegliarne la creatività e l’abilità compositiva.
Si comprende all’istante quando un posto è quello giusto; non deve necessariamente essere un paradiso terrestre o una spiaggia caraibica, ma deve bensì entrare nell’animo dell’artista, scolpirsi nella sua retina e invadergli la mente, affinché possa guidarne la mano nella realizzazione dell’opera d’arte. E’ un colpo di fulmine, un innamoramento improvviso e inaspettato tra uomo e paesaggio, con cui il primo mette a disposizione il proprio corpo al secondo affinché possa esprimersi attraverso di lui.
Fu proprio quel che gli successe un giorno, al calar della sera, entrando sconfortato in un parco proprio dietro casa sua. L’aveva scoperto per caso, e prima d’ora – strano a dirsi – non si era mai accorto della sua esistenza. Il cielo, coperto di nuvole, contribuiva a creare quell’atmosfera malinconica che solo a inizio Novembre è possibile vivere nella Brianza, quando le foglie ingialliscono e cadono dai rami per tappezzare i viali.


giovedì 14 marzo 2013

Batman: La Corte dei Gufi. Un buco nell'acqua? (NO SPOILER)

Ho appena terminato la lettura dell'arco narrativo sulla testata di Batman gestito da Scott Snyder e Greg Capullo, che vede, in un dipanarsi di 11 numeri, il Pipistrello opporsi alla fantomatica Corte dei Gufi, organizzazione segreta e quasi leggendaria che parrebbe esistere da sempre, nella storia di Gotham.
Che dire?
Mi aspettavo di più; molto di più.


Sarà che molti lettori appassionati, ormai abituati alla disarmante mediocrità che caratterizza l'attuale produzione degli spillati di supereroi, abbiano gridato al capolavoro al termine della lettura, alzando non di poco le mie aspettative; sarà che io stesso ci credevo sul serio a questo prodigio annunciato, sbandierato dai media, acclamato dai fan; sarà che man mano che leggevo la run, fino al settimo/ottavo numero, lo vedevo realizzarsi concretamente, quel gioiello di cui tutti parlavano. Ma poi, di fatto, cosa abbiamo avuto realmente? Un buon prodotto, indubbiamente al di sopra della media - ormai da querela - dei mensili di eroi in calzamaglia, ma non quell'elemento rivoluzionario e imprescindibile che molti andavano professando.
Comprendo senza difficoltà lo scalpore che il ciclo della Corte dei Gufi è riuscita a creare tra i Bat-fans più accaniti; quella in questione è una splendida storia di Batman, ma presenta degli innegabili difetti su cui, a mio dire, non si può passare oltre. Ma andiamo con ordine.
Snyder è uno scrittore molto abile e completo, capace di intessere ottimamente una trama passo dopo passo, di amalgamare bene indagine psicologica e azione (elementi della medesima importanza in un'avventura dell'Uomo Pipistrello), di imbastire dialoghi pungenti e coinvolgenti. Inoltre, dimostra di sapersela cavare non male come sceneggiatore, fornendo agli eventi un'ottimale sezionamento in vignette, ben curate dal punto di vista della regia e del ritmo impresso alla storia, adeguato per ogni situazione.

sabato 2 marzo 2013

Zio Paperone e l'ultima avventura, ovvero come Paperopoli divenne reale

Fu così che cominciai a riconsiderare l'idea di sottoscrivere un abbonamento a Topolino, dopo quattro anni di astensione a causa di ripetute delusioni legate al livello qualitativo dei numeri.
Apparsa in quattro puntate su altrettanti numeri di Topolino (2985/2988), "Zio Paperone e l'ultima avventura" (Francesco Artibani/ Alessandro Perina) è una saga splendida, che restituisce dignità al personaggio del ricco magnate nato a Glasgow e che si erge a simbolo stesso della rapida ripresa che sta interessando il settimanale, testata ammiraglia della Disney italiana, in questi ultimi, stupefacenti mesi. 
In questo periodo di (ottima, se chiedete a me) gestione De Poli, abbiamo visto campeggiare sulle pagine della rivista roba del calibro di Dracula di Bram Topker (Enna/Celoni), Zio Paperone e l'isola senza prezzo (Radice/Turconi) e Topolino e gli Ombronauti (Casty): "L'ultima avventura" paperoniana sembra proprio voler rappresentare la situazione del recente passato del Topo, caratterizzato dalla "caduta" e dalla "rinascita", dal "crollo" e dalla "ripresa", dal "capitombolo" e dalla "resurrezione". 
Cover di Topolino 2985, su
cui è pubblicata la prima
parte della storia.
"Zio Paperone e l'ultima avventura" parla proprio di questo, ed è un compito decisamente semplice illustrarne la trama: i più grandi nemici di Paperon de' Paperoni (John D. Rockerduck, la Banda Bassotti, Amelia e, con un magistrale e attesissimo ritorno sulle pagine di Topolino, il miliardario sudafricano privo di scrupoli Cuordipietra Famedoro) si coalizzano per far precipitare nel baratro della più assoluta miseria il povero Paperone e questa volta, inaspettatamente, ci riescono sul serio. Il fu Terrore del Transvaal dovrà quindi cercare di riappropriarsi delle sue sostanze, sconfiggendo la disperazione e potendo contare sull'affetto e sul sostegno dell'ormai mitologico clan dei Paperi e sugli amici di sempre. Riuscirà a risorgere dalle ceneri?
La trama, come si può notare, non è particolarmente complessa da riportare: decisamente più difficile, invece, è analizzare il titanico lavoro svolto da Artibani per dare quelle pennellate sufficienti a trasformare una storia che saprebbe di già visto (vedi alla donrosiana voce "Qualcosa di veramente speciale") in un autentico gioiello, forse addirittura il più splendente nella recente produzione Disney italiana.

sabato 16 febbraio 2013

Topolino 2986 e ciò che penso del nuovo andazzo del settimanale.

Paperinik, Paperinika e la romantica vendicatrice è una storia strana: mi è abbastanza piaciuta, perlomeno fino al finale. L'ultima vignetta, devo dire, mi ha un po' destabilizzato. Gagnor costruisce la "super" new entry con molta abilità, si tratta di un personaggio interessante e l'impostazione registica è decisamente all'altezza, con tavole organizzate di volta in volta in maniera diversa, a seconda della dinamicità richiesta o di altre particolari esigenze narrative. Molto graditi in particolare i filtri neri sovente usati come sfondo delle tavole. Con tutto ciò sul piatto, non ho potuto fare a meno di pensare a PKNA, ed effettivamente tale storia non deve invidiare nulla alla serie sul fronte grafico: Mangiatordi è semplicemente sensazionale. Altre prove di questo tipo ed entrerà di prepotenza nell'Olimpo dei miei disegnatori Disney preferiti contemporanei. Davvero bravo. Peccato per il finale,

SPOILER

 Brigittik è un nome orribile...

SPOILER

 Ah, elogio a Roberto anche per il lavoro svolto sul rapporto parallelo tra loro e le controparti super di Paperina e Paperino. 

mercoledì 13 febbraio 2013

Carnage: Bomba Mentale

Non è facile gestire personaggi con una psicologia complessa; a maggior ragione, non è per niente facile gestire personaggi con una psicologia estremamente complessa. Warren Ellis ci riesce alla perfezione, cimentandosi con il simbionte alieno Carnage - vi viene in mente qualcuno con una psicologia più disturbata? - nel "one-shot" intitolato Carnage: Mindbomb, da noi reso come Bomba Mentale. Quando viene pubblicata per la prima volta, nel 1996 (non in una testata regolare ma bensì in un albo speciale), la storia non passa di certo inosservata; il numero uscì recante in copertina un monito perlopiù inedito per quanto riguarda le pubblicazioni Marvel di allora come di oggi: "consigliato ad un pubblico maturo". 
E il contenuto delle 32 pagine dell'albo è dedicato ad un pubblico decisamente maturo. 
Già, perché quelle 32 pagine sono puro horror, pura devianza mentale, puro incubo. Un terribile incubo, viene da specificare, parto di Warren Ellis, autore che delle opere "estreme" ha ormai fatto la sua bandiera, e di Kyle Hotz, disegnatore decisamente adatto al genere orrorifico, che rivedremo su Carnage: la Vita è Meravigliosa

lunedì 11 febbraio 2013

Cosa significa Watchmen per me?

Perché incentrare la propria tesina di maturità su qualcosa di complicato, particolare e sconosciuto (al di fuori della cerchia degli accaniti lettori di fumetti, si intende) come Watchmen? 
La risposta è molto semplice: perché Watchmen è un romanzo grafico che cambia la propria visione del mondo; al termine della lettura – una delle migliori in assoluto che si possano intraprendere – niente sarà più come prima, per il fortunato lettore. Il romanzo mi ha così profondamente colpito, ha così cambiato la mia concezione della realtà e del mondo del fumetto, che dedicargli questa trattazione (qui pubblicata a puntate) era il minimo che potessi fare, dopo tutto ciò che quelle semplici pagine inchiostrate sono riuscite a significare per me. Parlerò meglio di Watchmen nei post seguenti, ma non posso fare altro, intanto, che consigliarlo spassionatamente a chiunque: un’opera che riesce ad aprire porte davvero fondamentali e che tocca temi a dir poco profondi, e che, come Il Signore degli Anelli di Tolkien rovesciò il genere della favola – anziché recuperare l’oggetto magico, qui l’obbiettivo è distruggerlo – ribalta completamente il classico genere del fumetto supereroistico. Gli eroi mancati di Watchmen non riescono nel canonico obiettivo di fermare un’imminente minaccia, ma è poi questa una vera disgrazia? Il villain, la cui identità sarà un vero e proprio colpo di scena, è “cattivo” o “buono”? Ciò che vuole fare è giusto o sbagliato? 

Ma ho già parlato abbastanza, e non è mia intenzione annoiare giunti solo a questo punto; di certo gli obiettivi del mio lavoro saranno più chiari una volta terminata la lettura dello stesso sul blog o, ancora meglio, quella di Watchmen. Pian piano pubblicherò tutto ciò che ho scritto su questo magnifico GN, sperando di fare cosa gradita. Nel prossimo post, un'introduzione all'opera.

Potere e potenza!
Kaos

Diario di Rorschach, 11 Febbraio 2013

...e fu così che anche io entrai nel sistema blogger. Dopo un annetto su YouTube, passato a girare video riguardanti il mondo del fumetto, e a scrivere in diversi lidi della rete sempre sul medesimo argomento, ecco che anch'io fui catapultato nel mondo a caratteri e immagini del "blog personale".
Tranquilli, che già vi vedo agitati: continuerò a fare video su YouTube, e continuerò a collaborare con alcuni siti "100% fumettari"; ora però ho anche un blog, dove scrivere liberamente, senza che terzi debbano vagliare prima il mio operato e poi decidere se pubblicarlo o meno, e con quali modifiche. Ché io da sempre mi esprimo meglio in forma scritta che orale, ma realizzo lo stesso dei video, la coerenza prima di tutto. 
Ho notato, bazzicando in altri blog, che solitamente si utilizza il primo post a disposizione per presentarsi alla gente che ti legge. Beh, ok, facciamolo, ma brevemente ché è una cosa noiosissima e che frega a pochi, diciamoci la verità.

Mi chiamo Mattia, ho 19 anni e sono dell'hinterland monzese. 
Le mie più grandi passioni sono la lettura, la scrittura e il cinema, arte che studio in Università. 
Poi ho un'altra passione per le robbbbe macabre tipo le storie dei serial killerZ, ma questa la taccio sempre perchè poi mi guardano tutti strano. 
Ops.

Scherzi a parte, sono un gran fanatico di... beh, praticamente tutto ciò che ho indicato nel mio pannello di informazioni personale. 
Forse sono uno un po' sopra le righe, ma alla fine sono un bravo ragazzo. Che altro dire? Mah, i miei autori preferiti sono Carl Barks e Alan Moore, il mio GN preferito "The Life and Times of $crooge McDuck", il mio regista preferito Hitchcock, i miei disegnatori preferiti Barks, Don Rosa (che amo anche come autore), Jim Lee, Alex Ross, Claudio Sciarrone, Brian Bolland e... altri. E Uderzo, mi piace molto Uderzo. Tutte le mie restanti cose preferite attinenti agli argomenti del blog credo siano nel succitato pannello. 
Già che ci siamo, vi linko il mio canale di YouTube: KforKaos (cliccamichesonopuccioso)